La mia esperienza accadde durante un’operazione. È stata un’emozione profondissima: per la prima volta ho avuto coscienza di essere nel mio corpo, mi sono vista dall’alto verso il tavolo operatorio.
Ho pensato a mio marito e mio suocero, che erano venuti in ospedale. Mi sono ritrovata improvvisamente in sala d’attesa: avevo attraversato i muri.
Li vedevo, ma loro non potevano vedermi: si agitavano e facevano avanti e indietro per i corridoio. A un certo punto ho poggiato la mano sulla spalla di mio suocero e lui mi è passato attraverso.
Anche se sapevo che ero sempre io, avvertivo di avere la capacità di penetrare le coscienze e gli stati altrui. Sono entrata nel cuore di mio marito.
Capivo cosa pensava e tutto quello che poteva o non poteva essere. Ho anche pensato a mio figlio e mia figlia, che erano rimasti con mia madre e mia suocera.
A quel punto mi sono ritrovata immersa nelle tenebre e nel silenzio. Sapevo di essere morta, anche se mi sentivo più viva che mai: ero mille volte più intelligente.
Da lontano ho visto una piccola luce che mi ha attirato verso di sé. Si è fatta man mano più grande, fino a occupare tutto l’orizzonte. È stato il momento più bello della mia vita,
tanto che mi mancano le parole per descriverlo. Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia piena d’affetto, e di avere dei figli e un marito che mi vogliono un gran bene.
Eppure il loro amore non era nulla in confronto all’amore “allo stato puro” che avvertivo di fronte a quella luce. Ho rivisto anche mio fratello, che era morto a 11 anni.
Aveva l’aspetto di un giovane uomo di 17 o 18 anni—l’età che avrebbe dovuto avere se non se ne fosse andato. Mi sono ritrovata nelle sue braccia. Sapevo che era lui, le nostre anime si sono riconosciute.
C’erano anche altre persone che non avevo mai incontrato in vita mia, ma che ho riconosciuto immediatamente. Ho avuto l’impressione che l’universo fosse tutto rivolto a me
sotto forma di un essere che ci riconosceva, mi ha chiesto: “Quanto hai amato e cosa hai fatto per gli altri?” Così mi sono resa conto di non aver fatto granché e
mi sono detta che avrei cercato di rimediare prima di andarmene definitivamente. Ho visto moltissime cose. In 45 secondi mi sono passate davanti la storia dell’umanità e intere civiltà scomparse.
Mi hanno anche fatto vedere cosa sarebbe successo se gli uomini non fossero cambiati: guerre, disoccupazione, una violenza gratuità sempre più grande.
Dopodiché ho rivisto la mia vita: il tempo che mi restava, le prove che avrei dovuto affrontare.
Poi mi sono svegliata, e ad oggi ricordo solo una minima parte di ciò che è successo.








